L’ape mellifera è parte integrante della fauna svizzera ed è perfettamente adattata alle condizioni climatiche locali, il che le consente di affrontare un lungo svernamento e di svilupparsi in modo sano durante la stagione apicola.
L’ape originaria del nord delle Alpi è l’Apis mellifera mellifera (ape nera) e quella originaria del sud delle Alpi è l’A. m. ligustica. Negli anni ‘50, l’A. m. carnica fu importata in modo massiccio dalla Slovenia e andò a sostituire in gran parte l’A. m. mellifera a nord delle Alpi. Diversi gruppi di allevamento lavorano per migliorare le caratteristiche apicole, tra cui la mansuetudine, il mantenimento dei favi, la sciamatura ridotta, la produttività. Alcuni di questi gruppi considerano anche la purezza della razza.
Le api sono soggette a molteplici pressioni: cambiamenti climatici, pratiche agricole, malattie e parassiti, dei quali la Varroa rimane il principale.
Oggi la lotta contro la Varroa avviene prevalentemente tramite misure biotecniche e trattamenti. Se si riuscisse a raggiungere un equilibrio naturale tra il parassita (la Varroa) e il suo ospite (l’ape), si potrebbero evitare questi interventi. In tale contesto, le nostre ricerche sul lungo periodo riguardano l’allevamento e la selezione, un approccio che permette di combinare elegantemente molteplici vantaggi:
(i) migliorare la resistenza alle malattie ed evitare i problemi di trattamento della Varroa e gli effetti secondari che ne derivano;
ii) evitare la decimazione della maggior parte delle colonie, come si potrebbe temere se si applicasse la selezione naturale, con pesanti ripercussioni sull’impollinazione;
iii) consentire la conservazione della biodiversità delle api, tramite la costituzione di una riserva genetica per adattarsi alle sfide delle malattie e dei cambiamenti climatici del futuro.
La selezione non porta a risultati immediatamente visibili, ma è una validissima alternativa per il futuro.