Sorgo d’Aleppo: individuarlo precocemente è essenziale

Aleppo Hirse, Sorghum halepense
© Antoine Jousson, Agroscope

Ad oggi stabilmente insediato in Ticino, il sorgo d’Aleppo potrebbe espandersi ulteriormente verso nord favorito dai cambiamenti climatici. Una nuova scheda tecnica di Agroscope mostra come riconoscerlo e in che modo contenerne tempestivamente la diffusione.

Negli ultimi anni, a sud delle Alpi, il sorgo d’Aleppo, o sorghetta, si sta diffondendo rapidamente. Pianta perenne e molto competitiva, forma rizomi lunghi fino a due metri e produce fino a 28 000 semi per individuo, poi trasportati facilmente tramite terra, scarpe, vestiti o macchinari contaminati. Una volta insediato, il sorgo d’Aleppo può formare fitti focolai, ricchi di biomassa.
Come nel caso dello zigolo giallo, Info Flora inserisce il sorgo d’Aleppo tra le neofite potenzialmente invasive. In questa nuova scheda tecnica, Agroscope ne descrive caratteristiche e possibili misure di lotta.

Problemi riscontrati sulle superfici agricole

A partire dal 1990, il sorgo d’Aleppo si è largamente diffuso in Austria, colonizzando le superfici agricole, in particolare quelle coltivate a mais da granella e zucca da olio. In Svizzera, l’infestante è presente soprattutto in Ticino, dove si insedia in vigneti, terreni incolti e lungo i margini dei campi coltivati a mais, zucchine e patate.

Prevenirne la diffusione

Per contenere la diffusione del sorgo d’Aleppo è essenziale adottare misure profilattiche adeguate: pulire macchinari, attrezzi, calzature e indumenti subito dopo l’uso/il passaggio su superfici infestate. Se già dotate d’infiorescenza, le piante eliminate non vanno compostate, bensì smaltite correttamente: nei rifiuti domestici se in piccole quantità, altrimenti attraverso il servizio cantonale competente.

La lotta è complessa e costosa

Una volta insediatosi, il sorgo d’Aleppo è difficile da eliminare, poiché semi e rizomi possono sopravvivere nel suolo per diversi anni. Oltre agli sfalci ripetuti e all’estirpazione manuale dei rizomi, è possibile utilizzare erbicidi come il glifosato. Anche i graminicidi classici o gli inibitori dell'ALS sono efficaci, ma, in quest’ultimo caso, il rischio di indurre fenomeni di resistenza è elevato.
La lotta chimica è più efficace se combinata con altre misure di controllo, come la rotazione diversificata delle colture. Un’alta misura efficace è mantenere, nel limite del possibile, il suolo sempre coperto da vegetazione, evitando lunghi periodi incolti.

Neofita adattabile

Il sorgo d’Aleppo prospera in condizioni climatiche caratterizzate da alte temperature e periodi siccitosi. Potrebbe, quindi, trarre vantaggio dai cambiamenti climatici in atto. I suoi rizomi, sensibili al gelo, sopravvivono meglio se gli inverni sono miti e/o se si trovano in profondità. Se falciato, adatta la sua modalità di crescita e sviluppa le infiorescenze più vicino al suolo.

Come riconoscerlo

Il sorgo d’Aleppo è una graminacea appartenente al genere Sorghum (nome scientifico: Sorghum halepense). I fusti sono alti 60-200 cm, con punte fino a 3 m. Le foglie sono larghe da 1 a 4 cm e lunghe da 20 a 80 cm, la lamina è liscia e caratterizzata da una pronunciata nervatura centrale bianca. L'infiorescenza è costituita da una pannocchia lassa, lunga fino a 30 cm e composta da spighette monoflore.

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Sorghum halepense

Sorghum halepense

Originario del Medio Oriente, il Sorghum halepense (della famiglia delle Poaceae) è una specie esotica invasiva in forte espansione a sud delle Alpi. In tutto il mondo, questa specie sta causando importanti perdite di rendimento nei campi agricoli (mais, soia, patate, ecc.).

Kompetenzzentrum Neobiota

Centro di competenze Neobiota

Il Centro di competenze Neobiota, a Cadenazzo (TI), sviluppa metodi di lotta per prevenire e contenere la diffusione di nuovi agenti patogeni, parassiti e piante invasive. La pressione di questi organismi esotici indesiderati (neobiota) è in continuo aumento e rappresenta una potenziale minaccia per l’agricoltura svizzera.

Ultima modifica 29.10.2025

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