Uno studio condotto da Agroscope ha individuato i fattori che contribuiscono alla resilienza dei sistemi di impollinazione nelle aree agricole, ma è risultato che in quelle a forte sfruttamento agricolo gli insetti hanno visitato con minore frequenza le piante da fiore, con conseguenze sulla biodiversità e sulla resa.
L’attività di impollinazione degli insetti è cruciale per la riproduzione della maggior parte delle piante selvatiche e coltivate. Per assicurare buone rese è dunque essenziale che i sistemi di impollinazione, dipendenti dalla complessa interazione tra insetti impollinatori e piante, rimangano efficienti e resilienti. In selezionati ecosistemi di tre Paesi (Germania, Francia e Svizzera) i ricercatori di Agroscope hanno studiato i fattori che svolgono un ruolo importante per il buon funzionamento e la resilienza dei sistemi di impollinazione in relazione con la diversa intensità di sfruttamento del suolo.
Sistema robusto con punti deboli
Gli esperti hanno scoperto che il 20 % delle specie e delle interazioni tra piante e impollinatori si perde quando la quota delle colture in un’area agricola aumenta dal 30 % all’80 %. Il calo delle interazioni può essere parzialmente compensato: in particolare, il 5% delle specie di impollinatori più comuni ha contribuito alla stabilità e alla resilienza delle reti di impollinatori e quindi dei sistemi di impollinazione. Tuttavia, le piante da fiore nelle aree a forte sfruttamento agricolo sono state visitate con minore frequenza dagli insetti impollinatori. In conclusione, nonostante i fattori che rafforzano la resilienza, i cambiamenti di utilizzazione del suolo possono avere un impatto significativo sull’interazione tra le comunità di piante e di impollinatori. Ciò può comportare conseguenze sulla biodiversità, sull’impollinazione e sulla resa delle colture agricole. Per l’agricoltura, ma anche per la preservazione della biodiversità è dunque fondamentale proteggere e promuovere gli impollinatori mediante una gestione ottimizzata e misure mirate, come le aree di promozione della biodiversità.
L'articolo scientifico è stato pubblicato come open access nel Journal «Diversity and Distributions».