Il coleottero giapponese attacca più di 400 piante e provoca danni a diverse colture nonché a prati e pascoli. Una scheda tecnica di Agroscope riassume gli aggiornamenti sul parassita e descrive le possibili misure per prevenirne la diffusione e favorire il riconoscimento precoce.
Il coleottero giapponese è considerato un organismo da quarantena prioritario in Svizzera e in Europa. Dopo essersi insediato nell’Italia settentrionale nel 2014, i primi coleotteri sono stati individuati nel sud del Ticino nel 2017.
Negli ultimi anni, nonostante le misure di lotta, l’infestazione ha continuato a estendersi nell’Italia settentrionale e al confine meridionale della Svizzera. Sulla base dei risultati della sorveglianza e dei nuovi focolai d’infestazione nel 2023, in Svizzera s’intensificherà ulteriormente la sorveglianza. Il numero di trappole con esca per il riconoscimento precoce passerà da circa 120 a 225 unità. Il numero di trappole per Cantone dipende dal modello di rischio d’introduzione sviluppato da un gruppo di ricerca francese nell’ambito del progetto IPM-Popillia coordinato da Agroscope.
Il riconoscimento precoce attraverso la sorveglianza del territorio è essenziale. L’individuazione più tempestiva possibile aumenta significativamente le possibilità di successo di eradicare il coleottero. Ma anche se l’eradicazione non è più possibile, sono mantenute le misure di lotta per contenerne la diffusione.
Le misure di lotta contro il coleottero giapponese in Svizzera sono fondamentali per prevenirne la diffusione e minimizzare i danni economici.
Per ottenere il miglior effetto possibile, è consigliabile combinare diversi metodi fisici, biologici, biotecnici e chimici. Una singola misura da sola non è infatti efficace al 100%.
Ad esempio, una possibile misura fisica consiste nell’interrompere l’irrigazione durante la deposizione delle uova; si riduce così il numero di larve nel suolo, che faticano a svilupparsi con un clima secco.
Agroscope sta testando alcuni funghi entomopatogeni per lottare contro i coleotteri nelle colture agricole. Dalla loro reazione, si è visto come gli esemplari adulti siano molto sensibili a questi funghi. L’impiego di questi funghi va però ancora perfezionato.