Detenzione di ovini: più valore aggiunto gra-zie alla professionalizzazione
La detenzione di ovini è sotto pressione, la scarsa redditività è un problema. Le aziende gestite in modo professionale e strategico, con greggi più grandi e più uniformi possono essere redditizie. Agroscope presenta i sistemi di produzione redditizi e adeguati alle condizioni locali per la detenzione di ovini in Svizzera.
Il motore principale di una produzione di agnelli redditizia è la produttività, vale a dire il numero di agnelli venduti per ogni pecora madre o anche il peso di macellazione venduto per ettaro di superficie inerbita. Le indagini e le analisi economiche riguardanti le aziende professionali denotano una produttività molto bassa, con una media annua di 1,09 agnelli per ogni pecora madre. Gli allevamenti ovini in Svizzera e all’estero possono raggiungere valori molto più elevati, da cui si può dedurre che il potenziale di ottimizzazione è elevato.
Accoppiamenti tra pecore di razze locali e montoni da carne
Dalle aziende esaminate sono emersi due sistemi di produzione promettenti:
- il primo, di tipo intensivo, con agnellatura tutto l’anno, che consente di immettere sul mercato carne anche in primavera e in estate e si addice in particolare alle buone località di produzione nelle regioni di pianura e di collina;
- il secondo, di tipo estensivo, con agnellatura stagionale in primavera, che riduce al minimo i costi diretti, semplifica i processi di lavoro e si addice in particolare alla regione di montagna.
Secondo le simulazioni, con entrambi i sistemi di produzione la detenzione di ovini potrebbe essere molto più lucrativa (cfr. riquadro). Servono tuttavia strategie chiaramente incentrate sulla produttività, senza trascurare i costi. La genetica è molto importante per migliorare la situazione: le pecore di razze autoctone con buone caratteristiche di fertilità e di robusta costituzione vengono accoppiate con montoni di razze specifiche da carne. Più le razze sono diversificate, maggiore è l’effetto eterosi, il che aumenta ulteriormente la vitalità degli agnelli e la qualità delle rispettive carcasse.
Le superfici inerbite possono essere sfruttate in modo ottimale con una selezione di animali progenitori adeguata alle condizioni locali. I sistemi di foraggiamento uniformi, con prevalenza di foraggio verde, consentono di ridurre i costi diretti e di ottenere una qualità uniforme per la carne. Grazie a razze che partoriscono più volte all’anno, è possibile offrire carne di agnello anche in primavera e in estate, quando la domanda è più alta.
Sistemi di produzione ottimali per la detenzione di pecore madri
Tramite la contabilità a costi completi e alcune interviste si sono esaminate 15 aziende. Inoltre, si sono simulati due sistemi di produzione standardizzati e adeguati alle condizioni locali: un’azienda con 200 pecore nella regione di collina e un’azienda con 140 pecore nella regione di montagna.
Nella regione di collina, la riduzione da 300 a 240 giorni del periodo che intercorre tra la nascita degli agnelli e la riduzione del peso vivo delle pecore madri di 10 chilogrammi hanno permesso di aumentare significativamente il contributo di copertura (+44 %), la valorizzazione della manodopera (+27 %) e il reddito per ettaro (+57 %). Il peso di macellazione degli agnelli per ettaro è aumentato da 202 a 265 chilogrammi.
Nella regione di montagna si sono rivelate proficue le scelte di aumentare da 1,5 a 1,7 il numero di agnelli per pecora, di dimezzare l’apporto di foraggio concentrato e di prolungare di un mese il periodo di ingrasso tenendo conto di un peso vivo delle pecore inferiore di 10 chilogrammi. Il contributo di copertura è così aumentato del 58 per cento, la valorizzazione della manodopera del 38 per cento e il reddito per ettaro del 63 per cento. Il peso di macellazione degli agnelli per ettaro è aumentato da 153 a 194 chilogrammi.
Perché questo progetto?
La carne, derivante quasi esclusivamente da animali che si nutrono di erba, dovrebbe essere particolarmente apprezzata per motivi ecologici ed è anche difficile immaginare di non trovarla in una cucina raffinata. Con una percentuale di un 2 per cento abbondante, l’agnello tuttavia non si trova molto spesso sulle tavole svizzere. Il consumo di carne di agnello svizzera è ancora più basso, dato che per circa due terzi è importata. Ciò è dovuto all’offerta incostante nel corso dell’anno, alla preferenza per tagli pregiati, ma anche a pregiudizi caratterizzati da una qualità gustativa variabile.
L’aumento della produzione locale con risorse locali non solo sarebbe più ecologico, ma creerebbe anche più valore per l’agricoltura svizzera. Il potenziale sarebbe quindi enorme, ma le aziende professionali sono rare e in generale la detenzione di ovini è sotto pressione. L’obiettivo del progetto era dunque di contribuire a migliorare la professionalizzazione della detenzione di ovini, finalizzata a una maggiore redditività e a una migliore protezione dai lupi. Greggi più grandi e più uniformi sono un presupposto per semplificare la sorveglianza e la protezione del gregge in alpeggio.
La specializzazione delle aziende o un nuovo inserimento nel mercato, con un maggior numero di pecore madri, potrebbero aprire nuove prospettive economiche.
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